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INDAGINI AMBIENTALI SU SERBATOI
INTERRATI Da
statistiche e valutazioni EPA (l'agenzia di Protezione Ambientale statunitense),
negli Stati Uniti il 25% circa dei serbatoi interrati per lo stoccaggio di
idrocarburi o sostanze chimiche pericolose è soggetto a perdite. In Italia non
sono attualmente disponibili statistiche ufficiali in proposito, ma si ritiene
che la situazione non sia migliore.
La
Comunità Europea ha elaborato una direttiva nell'intento di mantenere al
livello più basso possibile le perdite di prodotti petroliferi. A livello
nazionale, sono da tempo in vigore una
serie di direttive in materia di contaminazione di suoli e sottosuoli. Indagini
proposte Il controllo sulla presenza di eventuali sversamenti da serbatoi
interrati è attuato mediante un approccio multidisciplinare, che utilizza
tecniche specifiche in funzione delle caratteristiche logistiche e geologiche
del sito da indagare. L’integrazione di diverse metodologie analitiche
permette di ottimizzare l’indagine, riducendo i rischi di danneggiamento di
strutture interrate, fornendo un quadro esauriente dell’assetto del sottosuolo
e identificando sversamenti anche di piccola entità. L’indagine si sviluppa in due fasi: una prima fase, conoscitiva, al termine della quale è possibile stabilire l’assenza o la presenza di una contaminazione in atto ed eventualmente provvedere all’immediata messa in sicurezza del sito. In questa fase è utilizzata in primo luogo una metodologia essenzialmente non invasiva, basata sul campionamento e l’analisi dei gas interstiziali presenti nel terreno (SGS - Soil Gas Survey), al fine di identificare la presenza di contaminazioni da idrocarburi in atto. In caso di contaminazione, si procede alla seconda fase, valutazione dell’entità e dell’estensione della contaminazione, nonché acquisizione di tutte le informazioni necessarie alla stesura del Progetto di Caratterizzazione e del Progetto di Bonifica e risanamento ambientale. Output da prelievo gas interstiziale Vantaggi
del metodo
Al termine di
questa fase di indagine si è generalmente in grado di stabilire se nel sito in
oggetto è presente una contaminazione in atto: in caso negativo sarà redatto
un rapporto finale, contenente le procedure di indagine e i risultati
conseguiti, attestante la compatibilità ambientale dell’esercizio. In caso di
contaminazione si procederà invece nel modo seguente:
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Aggiornato il: 15 ottobre 2006 |